MENO MICROPLASTICHE NEI NOSTRI PIATTI

Vantaggi per l’ambiente e al tempo stesso per l’alimentazione umana: il progetto SPLAS ha unito due finalità in un’unica strategia di ricerca, poiché la riduzione delle microplastiche porta indubbiamente benefici all’ecosistema marino e alla nostra salute, tenuto conto che i mitili e le ostriche, come noto animali filtratori, possono incamerare nel loro ciclo vitale anche le microplastiche.

Il contributo del Progetto SPLAS
Aiutando con il progetto SPLAS gli operatori del comparto ittico professionale a sviluppare un diverso approccio nell’organizzazione della propria impresa facendo ricorso ai biopolimeri in Mater-BI, le imprese della mitilicoltura potranno contribuire fattivamente a portare meno plastica in tavola. Quantomeno a ridurre il contenuto delle microplastiche che inevitabilmente finiscono negli specchi acquei dove le cozze vengono allevate, proprio a seguito del fisiologico deperimento delle retine in plastica standard.
Il Cueim nei suoi studi è anche riuscito a quantificare quante microplastiche un consumatore standard ingerisce mangiando una porzione media di cozze: in circa 250 grammi di mitili (peso umido) sono contenute circa 90 particelle di microplastiche, che poi finiscono nel nostro corpo. Si tratta di particelle plastiche derivanti dalla lavorazione e manipolazione del mollusco fino al suo arrivo sul banco di vendita, un numero che con le retine in biopolimero testate con successo nel progetto FEAMP si punta a ridurre drasticamente, considerato che il Mater-BI con cui sono confezionate le retine testate in SPLAS sono di origine naturale e compostabili al 100%.

RIDUZIONE MICROPLASTICHE IN MARE: -91 TONNELLATE NEGLI ALLEVAMENTI DI GORO, SCARDOVARI, MESSINA

Pergolato, Long Line e Long Line off shore: sono le tre tipologie di allevamento mitili nei cui ambiti è stata sperimentata la bio-rete della Rom Plastica, scelta dai tecnici del Cueim (Consorzio universitario economia industriale e manageriale) per le sue caratteristiche di sostenibilità ambientale.  

I risultati dei test

Le sperimentazioni effettuate dai tecnici del Consorzio universitario in collaborazione con gli imprenditori ittici di Messina (Consorzio molluschicoltori dei laghi di Messina), Goro (Kimba) e Scardovari (Cooperativa Delta padano) hanno avuto un preciso obiettivo: valutare la sostituibilità delle reste in plastica tradizionale con il nuovo materiale denominato Mater-BI (brevetto Novamont, https://www.novamont.com/mater-bi), coinvolgendo gli operatori nei test e studiando con loro l’efficacia e gli eventuali elementi di criticità delle retine in biopolimero una volta immerse in acqua. Nei diversi mesi di test, alcuni dei quali ancora in corso di svolgimento, i mitilicoltori dei tre siti prescelti per il progetto SPLAS hanno ottenuto non solo dei positivi riscontri sull’efficacia delle reste in Mater-BI loro fornite e commercializzate da Rom Plastica, ma hanno anche ottenuto dei benefici ambientali per i loro specchi acquei: il Cueim, nella sua raccolta e analisi dei dati frutto delle sperimentazioni, ha valutato che suono state oltre 91 le tonnellate di plastica non introdotte in mare grazie all’impiego delle retine in plastica biodegradabile e compostabile.