MENO MICROPLASTICHE NEI NOSTRI PIATTI

Vantaggi per l’ambiente e al tempo stesso per l’alimentazione umana: il progetto SPLAS ha unito due finalità in un’unica strategia di ricerca, poiché la riduzione delle microplastiche porta indubbiamente benefici all’ecosistema marino e alla nostra salute, tenuto conto che i mitili e le ostriche, come noto animali filtratori, possono incamerare nel loro ciclo vitale anche le microplastiche.

Il contributo del Progetto SPLAS
Aiutando con il progetto SPLAS gli operatori del comparto ittico professionale a sviluppare un diverso approccio nell’organizzazione della propria impresa facendo ricorso ai biopolimeri in Mater-BI, le imprese della mitilicoltura potranno contribuire fattivamente a portare meno plastica in tavola. Quantomeno a ridurre il contenuto delle microplastiche che inevitabilmente finiscono negli specchi acquei dove le cozze vengono allevate, proprio a seguito del fisiologico deperimento delle retine in plastica standard.
Il Cueim nei suoi studi è anche riuscito a quantificare quante microplastiche un consumatore standard ingerisce mangiando una porzione media di cozze: in circa 250 grammi di mitili (peso umido) sono contenute circa 90 particelle di microplastiche, che poi finiscono nel nostro corpo. Si tratta di particelle plastiche derivanti dalla lavorazione e manipolazione del mollusco fino al suo arrivo sul banco di vendita, un numero che con le retine in biopolimero testate con successo nel progetto FEAMP si punta a ridurre drasticamente, considerato che il Mater-BI con cui sono confezionate le retine testate in SPLAS sono di origine naturale e compostabili al 100%.

Pubblicato in News e taggato , , , , .